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Ritenuta acconto. Parlare di fisco e tasse non è mai un momento particolarmente piacevole. Questo è dovuto all’oscurità della materia e dei suoi termini. Tuttavia è indispensabile conoscerli ed uno tra i più discussi è la ritenuta d’acconto. Non sembra mai veramente chiaro, quando questa si applichi e come si esegua il calcolo della ritenuta d’acconto.
In questo articolo, troverai che cos’è la ritenuta d’acconto, quando si applica e come si calcola. La ritenuta d’acconto funziona alla stregua di una fattura o ricevuta per certificare l’avvenuta transazione tra un committente e un collaboratore. Quando il primo richiede dei servizi al secondo deve sancire i termini di questo accordo tra parti servendosi di un documento che metta i termini della performance in chiaro.
Ma per gestire al meglio la ritenuta d’acconto e la contabilità del tuo magazzino, è importante utilizzare un software gestionale di magazzino come Softshop. Softshop ti permette di calcolare e applicare la ritenuta d’acconto in modo semplice e veloce, e di generare documenti che mettono in chiaro i termini della performance tra le parti. Inoltre, Softshop ti aiuta a tenere traccia delle tue scorte, pianificare gli ordini e automatizzare i processi.
Si tratta di una percentuale sulle somme corrisposte per una prestazione lavorativa, che viene trattenuta dal datore di lavoro. Questa percentuale è versata nelle casse dello Stato per conto del lavoratore, detto percipiente, dal datore che, invece, prende il nome di sostituto d’imposta.
Redditi sottoposti a ritenuta acconto
La ritenuta acconto si applica a tutti i compensi di lavoro che hanno queste caratteristiche:
Sono da escludere, invece tutti i compensi che inferiori a 25,82 euro, purché non si tratti di acconti il cui corrispettivo risulta superiore a tale somma. Allo stesso modo, sono da escludere i compensi corrisposti da enti pubblici ed enti privati, non aventi come oggetto principale l’esercizio di attività commerciali.
Innanzitutto, rientrano nella base imponibile retribuzione professionali ma anche:
Non rientrano, nella base imponibile:
Le aliquote
Non tutti i redditi e non tutti i soggetti sono sottoposti alla stessa aliquota. Per i redditi derivanti da lavoro autonomo, in Italia, si effettua una ritenuta acconto pari al 20%. Se invece la prestazione è stata eseguita da un soggetto non residente in Italia, allora il titolo di imposta sarà pari al 30% della somma corrisposta.
Rientrano fra le somme che contribuiscono alla formazione della base imponibile, per il calcolo della ritenuta acconto:
Non concorrono alla base imponibile:
Entro il 16 del mese successivo al pagamento della prestazione lavorativa, il datore di lavoro è tenuto al versamento della ritenuta acconto. Nel caso ci si ritrovasse in un giorno festivo (compreso il sabato), allora il versamento potrà avvenire nel primo giorno lavorativo.
Per il versamento della ritenuta, si dovrà utilizzare il Modello F24 dell’Agenzia delle Entrate, solo telematicamente per i sostituti di imposta titolari di Partita Iva, utilizzando il codice tributo 1040.
Avvenuto il versamento, il soggetto dovrà certificarlo. Nella certificazione ci dovrà essere l’ammontare delle somme corrisposte; l’ammontare delle ritenute, delle detrazioni di imposta e dei contributi previdenziali e assistenziali; altri eventuali dati, quali, per esempio, il contributo professionale.
La ritenuta acconto per prestazione occasionale consente al datore di lavoro di pagare un proprio collaboratore, come un professionista dotato di Partita Iva. Tuttavia, il collaboratore in questione non deve rientrare fra coloro i quali sono obbligati ad avere una Partita Iva. In parole povere il suo guadagno annuo deve essere inferiore a 5.000 euro.
Essenziale è la ricevuta in cui dovranno essere riporati i dati del committente e quelli del collaboratore; la data di emissione della ricevuta stessa; la descrizione della prestazione lavorativa; l’importo lordo per la prestazione e l’importo netto, cioè ridotto del 20%.
Il datore di lavoro, procederà alla liquidazione della somma lorda. Al collaboratore, andrà solo la somma netta, mentre il 20% è quanto il committente versa allo Stato come tasse. Tali somme, potranno essere verificate dall’Agenzia delle Entrate.
Quando si parla di prestazione occasionale ci si riferisce ad un particolare tipo di prestazione lavorativa che non prevede un impegno continuativo ma piuttosto lo svolgimento di un’attività relativa ad un particolare progetto. Parliamo quindi di committente e collaboratore, due figure che si interfacciano per dar vita ad una prestazione lavorativa momentanea ma funzionale e volta ad un buon successo.
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