Caparra confirmatoria cos’è

Caparra confirmatoria. Nei contratti di vendita, spesso una parte paga a un’altra parte un certo importo come garanzia al termine della transazione. Ciò è particolarmente vero quando si tratta di compromessi nelle vendite immobiliari (ecco un articolo). Ma cos’è un acconto e a cosa serve? Questo non è solo un pagamento anticipato sul prezzo, è qualcosa di completamente diverso. La sua funzione sorge in particolare quando l’altra parte ha violato il contratto.

La caparra confirmatoria

La caparra confirmatoria è l’importo (o una certa quantità di merce sostitutiva) che una parte trasferisce all’altra alla conclusione del contratto. Ad esempio, se si decide di vendere una casa, un’auto, una moto, ecc., è possibile concordare con l’acquirente il versamento dell’importo a titolo di caparra. Il consenso deve essere dichiarato nel contratto e termina con la consegna del denaro (o l’incasso di un assegno).

Caparra confirmatoria come funziona

La caparra confirmatoria

Un deposito o caparra confirmatoria è un anticipo in contanti versato per l’acquisto di un bene che può essere trattenuto in caso di inadempienza dell’acquirente o restituito in misura doppia se il venditore non rispetta il contratto.
Spesso chiedono un anticipo o un importo per “bloccare” le trattative per dissuadere gli altri prima che inizino una transazione, come l’acquisto di una casa o di un altro tipo di immobile. da interferenze.

Questa opzione esiste nel contratto stesso firmato, ma attenzione perché il risultato varierà molto a seconda che si tratti di un mutuo o di un acconto. Infatti la terminologia non ha importanza, ma è importante analizzare bene quale sia il testamento scritto nel contratto preliminare.
Come puoi vedere, c’è solo un caso in cui puoi effettivamente restituire ciò per cui hai pagato.

Cosa dice il codice civile?

La caparra confirmatoria

Nel caso di cauzione confermativa, l’importo pagato funge da risarcimento senza necessità di provare il danno subito, eliminando la necessità di lunghe e costose cause civili in caso di inadempimento di una delle parti.

L’art. 1385 del codice civile, sottolinea infatti che:

Se al momento della conclusione del contratto una parte dà all’altra, a titolo di caparra, una somma di danaro o una quantità di altre cose fungibili, la caparra, in caso di adempimento, deve essere restituita o imputata alla prestazione dovuta.
Se la parte che ha dato la caparra è inadempiente, l’altra può recedere dal contratto, ritenendo la caparra; se inadempiente è invece la parte che l’ha ricevuta, l’altra può recedere dal contratto ed esigere il doppio della caparra.

Se l’acquirente non adempie al contratto, l’altra parte può trattenere l’anticipo ricevuto a titolo di risarcimento danni.
In caso contrario, se il venditore è responsabile per inadempimento, l’altra parte può chiedere il rimborso di un importo pari al doppio dell’importo del danno. È chiaro quindi che tale opzione tutela in una certa misura gli interessi di entrambe le parti, le quali non hanno bisogno di attivare normali processi a tutela dei propri interessi.

Che succede in caso di inadempimento?

La caparra confirmatoria

Se il trasgressore è colui che ha versato la caparra, l’altra parte può rescindere il contratto e trattenere la stessa come il danno (importo fisso).
Facciamo un esempio. Decidi di vendere la tua moto e negozia con l’acquirente per un prezzo di 5.000 euro. L’acquirente paga un deposito di 1000r. Se non paghi i restanti 4000 alla scadenza, hai il diritto di recedere dal contratto e trattenere i 1000 euro ricevuti. Come puoi vedere, in questo caso il deposito funge da premio stesso, quindi l’importo era stato precedentemente concordato nel contratto.

Le cose sono invertite. Il soggetto che riceve la cauzione diventa insolvente (nell’esempio precedente il venditore non cede la motocicletta che aveva promesso di vendere o comunque non adempie ai propri obblighi contrattuali). In tal caso, la controparte ha facoltà di recedere dal contratto ed esigere la restituzione del doppio della caparra versata (sempre sotto forma di indennità una tantum).

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