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Cessione d’azienda. La responsabilità solidale tra il venditore e l’acquirente è esclusiva di uno dei due? Quali sono le regole, come derogarvi e cosa può fare il creditore? Sappiamo che chiunque acquisti qualcosa dovrebbe sempre stare attento, ma questa regola di buon senso si applica ancora quando si acquista un complesso di produzione come un’azienda o una delle sue filiali.
La cessione d’azienda può essere un’attività complessa e richiede un’attenta valutazione di molti aspetti, tra cui la responsabilità solidale tra il venditore e l’acquirente e le regole per derogarvi. Inoltre, è importante sapere cosa può fare il creditore in caso di mancato pagamento.
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Cessione d’azienda
Si tratta di asset che possono valere – e costare – anche milioni di euro. Infatti, in questi casi, oggetto della vendita è un insieme complicato che comprende beni materiali , come locali, fabbriche e attrezzature, o beni immateriali, come brevetti e fondi.
E ancora c’è sempre un rapporto legale in corso, da contratti con dipendenti a noleggio e vendita di beni o servizi vari.
Ovviamente, crediti e debiti sono inclusi in questi rapporti continui e progressivi di dare e ricevere.
Quindi, in caso di vendita di attività, chi paga i debiti? Si deve stabilire se chi dovrebbe mettere le mani è il cedente – colui che vende – o cessionario – colui che compra o riceve – è entrambi prima, per valutare l’idoneità della transazione, e poi, per capire chi risponderà dei futures contratti in precedenza, cioè quelli esistenti prima della vendita.
Per quanto riguarda l’accozzaglia di debiti, da una parte , il cedente a chiudere la partita, lui non vorrà sapere più nulla dal momento del trasferimento. Il cessionario vorrà invece porre un limite di responsabilità sui debiti pregressi, al fine di evitare spiacevoli sorprese.
Per capire a quanto ammontano i debiti di una società è necessario esaminare e analizzare a fondo i contabili: una semplice dichiarazione del cedente sulla loro e la loro consistenza, né un supporto generico il loro pagamento non è sufficiente. Ma i debiti da trasferire con l’azienda devono essere iscritti nei vari libri e registri o deve firmare anche il proprietario? Questa è una domanda fondamentale.
A questo punto cerchiamo di far luce sulla questione della cessione d’azienda.
La vendita di un’azienda è un contratto mediante il quale la proprietà dell’intera azienda o di uno specifico ramo d’azienda viene trasferita da un soggetto all’altro.
Il momento del trasferimento dell’attività è un trasferimento significativo che segna una linea di demarcazione , un confine, come vedrai ora la maggior parte dei rapporti di debito continuano con l’acquirente, pur mantenendo anche con il cedente.
È necessario distinguere il trasferimento d’azienda dal trasferimento d’azienda: questa seconda ipotesi riguarda asset ben identificati dell’azienda, piuttosto che l’azienda nel suo insieme.
Quando il trasferimento riguarda solo l’insieme di un settore produttivo di un’azienda più grande – quale un settore o un’impresa suscettibile di essere esercitata in modo autonomo, senza il resto dell’insieme – si parla di assegnazione di ramo d’azienda.
Ai fini dei debiti e degli altri rapporti giuridici in corso, la disciplina della cessione di ramo d’azienda è equiparata a quella della cessione dell’intera impresa, in quanto il filiale venduta è dotata di tutte le strutture essenziali che rendono in grado di continuare il attività imprenditoriale in autonomia e senza dover dipendere dall’impresa originaria.
I soggetti che concludono il contratto di cessione d’azienda escludono, mediante specifica clausola rescissoria , l’affidamento al cessionario, in modo che continuino ad essere a carico del cedente, ma con un limite: non ha effetto sui creditori terzi.
Pertanto, potranno ancora richiedere il pagamento degli stessi a chi ha ricevuto l’affare.
Per questo, nella pratica , chi acquista qualcosa un cerca di proteggersi da questa pericolosa eventualità con adeguate garanzie, personali o finanziarie, richieste al cedente.
Un’altra soluzione, questa volta utile per chi detiene la società, è quella di garantire il consenso dei creditori, almeno del principale e più importante alla cessione, al fine di liberare il cedente di futuri crediti nei suoi confronti; ma l’accettazione dei creditori deve essere espressa: in caso contrario l’ex debitore viene liberato solo se i creditori lo permettono.
Una norma simile al trasferimento dei debiti riguarda il trasferimento dei crediti, per il quale subentra automaticamente il cessionario dell’azienda , dal momento dell’iscrizione del trasferimento dell’azienda nel registro commercio.
Il nuovo titolare sarà quindi l’avente diritto ai crediti accumulati in precedenza e non ancora pagati; il debitore è invece liberato se paga bene all’ex proprietario. Per evitare che ciò avvenga lasciando senza parole la società, si consiglia di informare le società debitrici della cessione, al fine di sensibilizzare sul fatto che non avranno più pagare il mais al nuovo proprietario.
Si è visto finora che la regola fondamentale trasferimento di debiti in casi di trasferimento d’impresa è in solido tra il cedente e il che in alcuni casi può essere aggirata grazie alle specifiche previste dalla legge e dalle precauzioni che deve adottare.
Resta comunque il fatto che i crediti in cessione sono sempre quelli che figurano nelle scritture contabili obbligatorie, non quelli che non ne derivano ed anche quelli inclusi nelle scritture contabili facoltative.
Una recente sentenza della Corte di cassazione ha ritenuto sufficiente, per tali fini di indebitamento, che i debiti siano stati iscritti nei libri contabili , anche se non sottoscritti dal cedente della società.
La Corte di cassazione rileva che «la mancata sottoscrizione dei libri contabili obbligatori da parte del cedente della società non riconosce il debito vantato da uno nei confronti del suddetto cedente, di cui il debito è trasferito al cessionario, poiché detto debito può essere provato con altre prove ed anche con presunzioni”.
Il prezzo dell’azienda in vendita sarà individuato dall’esperto attraverso una specifica perizia , e iscritto in un bilancio straordinario della vendita.
In breve, l’assegnatario regola le poste di bilancio prima della vendita, effettua le scritture contabili a fine anno e calcola la plusvalenza di cessione, ovvero la differenza tra il prezzo di vendita e il valore contabile di attività e passività.
Dopo aver chiarito ciò, è bene ricordare che il codice civile prevede, all’articolo 2556 del codice italiano, che l’atto di vendita deve necessariamente avere un atto scritto, in un atto pubblico o patto privato.
La prima conseguenza è quella del divieto di concorrenza, 2557 c.c.. Per tale motivo è che il venditore deve astenersi dall’intraprendere nuova attività che sia competere con l’attività venduta, per articolo per località.
In altre parole, il venditore non potrà vendere l’attività e quindi riprendere un’attività simile nello stesso luogo dell’acquirente.
Parliamo infine dei crediti che il legislatore ritiene ceduti all’acquirente al momento dell’iscrizione dell’atto di cessione nel Registro delle Imprese. Il debitore che in buona fede ha pagato il debito della società sarà liberato dal suo debito.
Iniziamo sottolineando come la plusvalenza realizzata durante la vendita a titolo oneroso di una società sia una componente del reddito per il cedente e, di conseguenza, come si riscontrano molte previsioni in il Tuir, sia che si tratti di un venditore individuale o di una società che vende capitale.
Quanto alla natura della plusvalenza, questa sarà la differenza tra il prezzo realizzato al netto degli accessori, e il valore delle attività/passività opportunamente rettificate pro temporis : in questa definizione, gli oneri accessori saranno gli articoli strettamente correlati alla vendita, come la tassa di registrazione o le spese notarili.
Le persone fisiche che vendono attività detenute da più di 5 anni e realizzano una plusvalenza possono valutare l’imposta separatamente, applicando all’importo realizzato il corrispondente alla metà del reddito totale netto dovuto durante i due anni precedenti l’anno di realizzazione della plusvalenza.
Ad oggi il notaio deve intervenire sempre nei trasferimenti d’azienda perché è l’unico professionista autorizzato a depositare l’atto presso la Camera di Commercio.
Il contratto di trasferimento d’azienda deve essere scritti solo a scopo probatorio e non per il trasferimento di validità stesso tra le parti.
Tuttavia, se il trasferimento di attività include beni per una forma particolare, il contratto necessita della stessa forma richiesta per il trasferimento dei beni.
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